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VICOLI 2018: Arianna Scommegna e Mattia Fabris raccontano la strage di Utoya

Dopo il successo dello scorso appuntamento, tornano gli spettacoli di “VICOLI – Festival dei Teatri della Gera d’Adda” organizzato da TAE Teatro con il Patrocinio dei Comuni di Treviglio e di Rivolta d’Adda, sostenuto da Fondazione della Comunità Bergamasca e inserito del Circuito Spettacolo dal Vivo di Regione Lombardia.

Venerdì 21 dicembreore 21:00 Treviglio (Bg) sarà la volta di un imperdibile spettacolo, non solo per la tematica trattata, ma anche considerato il calibro degli interpreti: la città ospiterà infatti alcuni degli attori più rilevanti del panorama nazionale. Arianna Scommegna Mattia Fabris sono i protagonisti di “Utoya” una produzione ATIR Teatro Ringhiera e Teatro Metastasio Stabile Della Toscana.

Norvegia 22 luglio 2011: l’attacco terroristico di Anders Behring Breivik toglie la vita a 69 giovani riuniti sull’isola di Utoya, per un seminario politico estivo del Partito Laburista Norvegese. L’atto suscita sconcerto per la fredda lucidità dell’autore, per le dichiarazioni sconvolgenti rilasciate in seguito al processo e per il tasso sanguinoso di violenza, mai così alto in Norvegia dalla seconda guerra mondiale.

Di fronte a un inferno che è difficile ricondurre a contorni umani, Edoardo Erba si serve della drammaturgia come dell’unico filtro efficace per scavare in ciò che non è comprensibile e non è narrabile: se non si può analizzare la vicenda a freddo, a scavare dentro di essa saranno le voci e i ricordi dei suoi protagonisti, tre coppie coinvolte in tre modi diversi nella strage. Un riflessione profonda e coraggiosa sulla follia umana e sul suo incidere nella Storia, sulla portata delle tragedie che causa, sulla necessità di condivisione della memoria senza necessariamente fare “teatro civile”.

Lo spettacolo è nato da un libro dedicato alla strage intitolato “Il silenzio sugli innocenti” scritto dal giornalista Luca Mariani. E’ leggendo questo lavoro che la regista Serena Sinigaglia decide di occuparsi dello spettacolo: “Avevo rimosso quei fatti. Leggevo il libro di Mariani e mi chiedevo come fosse stato possibile che avessi dimenticato una strage tanto grave avvenuta nel cuore di un’Europa in teoria in pace, in teoria unita. Avevo l’impressione che tutto fosse avvenuto molti anni fa e invece era il 2011, l’altro ieri, insomma. Perché avevo dimenticato?[…]”.

Utoya diventa così il titolo di una tragedia contemporanea. Guardare a essa è come guardare a Medea o a Edipo, con la sola differenza che quanto qui vi viene narrato è accaduto davvero e proprio davanti ai nostri occhi, pochissimi anni fa. Utoya diventa il monito di una tragedia politica che potrebbe ancora accadere se non prestiamo attenzione a chi siamo, a quale società stiamo costruendo e al futuro che desideriamo lasciare ai nostri figli.

Al temine dello spettacolo si terrà un dialogo con Luca Mariani: si tratta di un’opportunità prestigiosa rivolta a spettatori desiderosi di approfondire questioni sociali, politiche ed etiche in un confronto con un professionista del settore, che può rendere l’esperienza teatrale un momento di riflessione profonda sul nostro tempo.